“Aiutateci a prenderci cura di noi stessi e del pianeta”. Ecco cosa chiedono gli acquirenti della GDO in Italia
I consumatori italiani desiderano che i retailer li aiutino a prendersi cura di sé e del pianeta, senza svuotare il portafoglio.
Questo è uno dei risultati principali dell'ultima edizione del Consumer Pulse di dunnhumby, un programma di ricerca in corso che monitora i cambiamenti nei comportamenti degli acquirenti. Con l'inflazione alimentare in calo, i nuovi dati di Pulse mostrano che i consumatori italiani si sentono più sicuri nel dare priorità ad acquisti più sani e sostenibili. Allo stesso tempo, c'è una crescente aspettativa che retailer e brand possano supportare questi intenti.
Nel nostro studio Pulse precedente, pubblicato alla fine dello scorso anno, abbiamo notato che un allentamento dei vincoli di bilancio ha permesso a molti consumatori di non dover più compromettere le proprie aspirazioni in termini di salute e sostenibilità. I risultati del nostro ultimo studio dimostrano che questo non è affatto un trend transitorio.
Senza ulteriori indugi, esaminiamo i dati e vediamo quali implicazioni hanno per i retailer e i brand di consumo del paese.
Ancora alle prese con restrizioni finanziarie, ma sempre più propensi a spendere
Le pressioni legate al costo della vita stanno iniziando ad attenuarsi. Di conseguenza, i consumatori italiani stanno rivalutando le loro abitudini di spesa e stanno dando maggior priorità ad una dieta sana.
Per molti consumatori italiani, mangiare bene è già un aspetto importante, con quasi la metà (49%) che dichiara che farlo li fa sentire bene. Tuttavia, un numero significativo ammette che la propria dieta e le scelte alimentari non sono così salutari come vorrebbero. Più di un terzo (38%) afferma di voler condurre uno stile di vita più sano, con un quarto (23%) che sottolinea di "dover" fare scelte più sane per sé e per la propria famiglia.
Due specifici gruppi demografici emergono qui. Seguendo un trend globale verso un'alimentazione sana tra i membri della Generazione Z, i giovani adulti tra i 18 e i 34 anni sono particolarmente concentrati sulla salute. Sono molto più propensi a dichiarare di dover fare scelte più sane durante gli acquisti e che la loro dieta non è così salutare come potrebbe essere. Inoltre, in generale, le donne sono più propense degli uomini a fare scelte consapevolmente più sane.
Sebbene alcuni acquirenti siano soddisfatti della propria dieta così com'è (13%), per la maggior parte il costo sembra essere il fattore principale che limita le scelte alimentari. Un quinto (20%) afferma di voler adottare uno stile di vita più sano, ma trova troppo costoso farlo. Questo numero è leggermente diminuito rispetto al nostro ultimo studio Pulse (dal 24%), ma un numero significativo di clienti continua a trovare difficile permettersi di mangiare in modo salutare.
Per i consumatori che hanno sia l'intenzione che il budget per fare acquisti salutari, possiamo osservare una distinzione tra tendenze "stabili" ed "emergenti". Ad esempio:
- Il 51% afferma di acquistare già prodotti mirati a mantenere la propria salute e intende continuare a farlo anche in futuro;
- Il 31% attualmente non acquista prodotti naturali e biologici nei negozi specializzati, ma ha intenzione di farlo in futuro;
- Il 24% attualmente non acquista affatto prodotti naturali e biologici, ma ha intenzione di farlo in futuro.
Gestire il bilanciamento tra costo e sostenibilità
Come nel caso della salute e del benessere, molti consumatori italiani continuano a sentirsi frenati nel mantenere comportamenti sostenibili a causa dei costi elevati. Mentre la metà (49%) dei consumatori del paese afferma di essere consapevole dell'ambiente, ad esempio, circa un terzo (29%) sostiene che i prodotti sostenibili sono troppo costosi per essere presi in considerazione.
In generale, la consapevolezza sulla sostenibilità sembra essere rimasta stabile rispetto al nostro ultimo studio Pulse. Oggi, solo il 22% degli consumatori dichiara di essere consapevole di quanto siano sostenibili i prodotti che acquista, con un lieve aumento rispetto al 19% della fine dello scorso anno. Il 9% ammette di non sapere molto sulle iniziative o sui prodotti sostenibili, mentre il 4% non comprende cosa significhi la sostenibilità per i prodotti alimentari.
Le circostanze sono diverse per i consumatori che visitano negozi specializzati, poiché questo pubblico è significativamente più propenso a fare acquisti sostenibili ed è disposto a spendere di più per farlo.
Come i retailer possono aiutare i clienti a prendersi cura di sé
Chiaramente, il desiderio di condurre uno stile di vita più sano e rispettoso dell'ambiente non ha perso vigore dall’ultima edizione del Pulse. Tuttavia, poiché il costo rappresenta un ostacolo per entrambi gli obiettivi, come possono i retailer e i brand supportare i propri clienti in queste ambizioni? Per scoprirlo, abbiamo intervistato Elodie Desvigne, EMEA Applied Data Science Manager in dunnhumby.
"Ogni cliente è diverso e acquista prodotti diversi con motivazioni diverse", afferma Elodie. "Questo è il motivo per cui è così importante che i retailer e i brand mantengano il cliente come loro priorità principale. È fondamentale sviluppare una comprensione autentica di chi sono".
Per raggiungere questo obiettivo, raccomanda di sviluppare una conoscenza approfondita dei clienti attraverso tre dimensioni chiave:
- "Che cosa": a quali tipi di prodotti sono interessati? A quali offerte rispondono? Quali sono le loro preferenze di acquisto?
- "Quando": i clienti quando visitano di solito il tuo negozio? Per quali occasioni?
- "Come": sono sensibili al prezzo? Quali canali preferiscono utilizzare? Come puoi raggiungerli?
Anche se può essere difficile ottenere queste informazioni manualmente, Elodie sottolinea che diversi strumenti e tecnologie possono aiutare. "Lo strumento Customer DNA di dunnhumby utilizza una combinazione di dati sugli acquisti di prodotti, attributi dei clienti e modelli di propensione per capire cosa rende unico ciascun cliente", aggiunge.
Elodie raccomanda anche l'utilizzo di diverse strategie di segmentazione per affrontare sfide specifiche.
"Un'analisi della fase di vita e della sensibilità al prezzo può aiutarti a comprendere i profili dei clienti, mentre gli insight sulle missioni d’acquisto e gli stili di vita faranno luce sul modo in cui i clienti fanno acquisti", afferma. "L'analisi omnicanale metterà in evidenza i comportamenti d’acquisto cross-channel, e valutare il valore del cliente e la sua fedeltà nel lungo periodo può anche aiutare a rivelare l'importanza dei singoli acquirenti".
Infine, sottolinea l’importanza di creare una visione a 360 gradi dei clienti e dei loro cambiamenti dei loro comportamenti nel tempo. "Quando si integrano tutti questi approcci di segmentazione, si ottiene un quadro molto più completo dei clienti", conclude. "I clienti apprezzano quando i retailer comprendono e rispondono alle loro esigenze, quindi capire e personalizzare l'esperienza sta diventando sempre più importante".
Scopri di più su come dunnhumby può aiutarti a gestire i cambiamenti nei comportamenti d'acquisto. Visita www.dunnhumby.com o contatta Marco Metti, Business Development Manager di dunnhumby Italia, all’indirizzo e-mail Marco.Metti@dunnhumby.com.
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