Blog

Il clima al centro delle preoccupazioni: effetti sui consumatori

L’Italia vanta una solida tradizione in tema di sostenibilità. Dall’inserimento delle tutele ambientali nella Costituzione nel 2022 alla sua leadership nel campo degli Acquisti Verdi nella Pubblica Amministrazione, il Paese ha dimostrato un impegno concreto verso la protezione dell’ambiente. Ma questo vale anche per i consumatori italiani? O la sostenibilità è solo una preoccupazione secondaria?

Per rispondere a questa domanda, possiamo fare riferimento al Consumer Pulse di dunnhumby. Si tratta di un programma di ricerca continuo che analizza le abitudini di acquisto di migliaia di persone, osservando come rispondono a grandi tendenze globali come il Covid e l'inflazione. Giunto al suo quarto anno, il Consumer Pulse offre un'analisi approfondita su vari temi e sul loro impatto sulle abitudini di consumo in Italia.

Negli ultimi tempi, l’attenzione si è concentrata in particolare sull’economia e sul ritorno graduale alla normalità. Tra le due più recenti edizioni del Consumer Pulse, ad esempio, abbiamo osservato un cambiamento significativo nell’atteggiamento verso il costo della spesa alimentare. Non solo è diminuito il numero di consumatori che ritiene che i prezzi stiano aumentando (44% oggi rispetto al 49% dell'anno scorso), ma si registra anche una minore percentuale di persone che affermano di non riuscire più a far fronte alle spese come un tempo (46% ora contro il 54% della fine del 2023).

Nonostante i miglioramenti, c’è ancora molta strada da fare. Anzi, oggi le persone sono più preoccupate per l’andamento dell’economia rispetto a un anno fa, e le preoccupazioni riguardo alle proprie finanze personali sono aumentate di pari passo. Tuttavia, uno degli aspetti più interessanti emersi dalla nostra ultima indagine è che il costo della vita non è più la principale preoccupazione per la maggior parte dei consumatori. Dopo un anno caratterizzato da temperature record, alluvioni e uragani, il clima è diventato la causa principale di preoccupazione.

Alla domanda su quali fossero le loro principali preoccupazioni oggi, circa due terzi (64%) dei partecipanti al Consumer Pulse hanno risposto di temere l’impatto del cambiamento climatico sulla loro spesa alimentare. Che si tratti del costo, disponibilità dei prodotti o altri fattori, i consumatori ora sono più preoccupati per gli effetti del cambiamento climatico che non per la guerra in Ucraina (56%) o per il rischio di non trovare i migliori prezzi nel loro negozio preferito (40%).

I consumatori sono chiari: per loro, la crisi climatica rappresenta una minaccia esistenziale, con implicazioni dirette sulla loro vita quotidiana.

 

I consumatori italiani vogliono vivere in modo sostenibile

I consumatori italiani sono all'avanguardia su questo tema. Le loro preoccupazioni per il clima superano la media europea (55%) e solo gli spagnoli (70%) mostrano un livello di preoccupazione maggiore.

Osservando il panorama europeo, emerge un profilo specifico del consumatore sensibile al cambiamento climatico: generalmente, chi è preoccupato per il clima ha meno di 54 anni, figli che vivono ancora in casa, risiede in aree urbane e nutre preoccupazioni economiche. In Italia, invece, il tema della sostenibilità coinvolge una fetta più ampia della popolazione: riguarda tutte le fasce d’età e i generi.

Questa ampia diffusione della consapevolezza ambientale rappresenta un'opportunità per i retailer che vogliono coinvolgere i clienti in base al loro livello di sensibilità verso la sostenibilità. E ci sono validi motivi per farlo. Non solo i consumatori italiani sono molto attenti all'ambiente, ma molti di loro compiono attivamente scelte sostenibili anche al momento del pagamento.

Un terzo dei consumatori (32%) afferma di essere impegnato nell’acquisto di prodotti sostenibili, mentre circa un quinto (18%) è disposto a pagare di più per questi articoli. Inoltre, il 19% presta particolare attenzione all'acquisto di prodotti che rispettano l’ambiente, e il 17% dedica del tempo a leggere le etichette per verificare che i prodotti siano davvero eco-friendly. Per molte persone, fare acquisti sostenibili è una scelta consapevole e proattiva.

Questa scelta si riflette anche nelle aspettative per il futuro. Quando è stato chiesto ai consumatori quali tendenze li entusiasmano di più, i temi legati alla sostenibilità hanno ottenuto il maggior consenso. Un terzo (33%) ha dichiarato di essere entusiasta all'idea di acquistare cibi naturali e biologici da agricoltori locali. Percentuali simili si sono registrate per l’uso di imballaggi più sostenibili (30%).

Non si tratta solo di scelte individuali: anche i retailer sono chiamati a fare la loro parte. Il 31% dei consumatori si aspetta che le aziende adottino pratiche concrete a favore dell’ambiente.

Grazie ad un altro studio di dunnhumby, il Retailer Preference Index (RPI), sappiamo già quali aziende i consumatori considerano più attente alla sostenibilità. Secondo i 5.500 intervistati nell'ultima edizione dell’RPI, i retailer più “pro-ambiente” in Italia sono, in ordine, Coop, Esselunga, Alì, Mercatò e Iper – La Grande I.

 

Sostenibilità: più di una semplice parola alla moda

Per i consumatori italiani e, di conseguenza, per i retailer, la sostenibilità sta diventando un vero e proprio elemento di differenziazione. Per capire come il settore retail possa rispondere a questa crescente consapevolezza ambientale, abbiamo intervistato Elodie Desvigne, Head of Applied Data Science en dunnhumby.

La sostenibilità non è solo una parola di moda”, afferma Elodie. “È una preoccupazione reale per tutti, e i consumatori vogliono vedere azioni tangibili da parte dei retailer. Tuttavia, non basta semplicemente offrire prodotti sostenibili. Bisogna considerare le reali esigenze dei clienti e comprendere il loro potere d’acquisto nel contesto economico attuale”.

Elodie evidenzia quattro servizi specifici di dunnhumby che possono aiutare i retailer a comprendere meglio le esigenze dei clienti in materia di sostenibilità:

  1. Segmentazione dei clienti, per raggruppare i consumatori in base alla loro sensibilità verso temi come prodotti eco-sostenibili, approvvigionamento etico o riduzione dell’impronta di carbonio.
  2. Messaggi personalizzati sulla sostenibilità, che consentono ai retailer di coinvolgere i consumatori in base alle loro preferenze specifiche, promuovendo scelte di acquisto più ecologiche, offrendo alternative green o mettendo in evidenza gli impegni di sostenibilità dell’azienda.
  3. Analisi della domanda di prodotti sostenibili, che fornisce ai retailer i dati necessari per garantire la giusta disponibilità di prodotti eco-friendly, adattare le strategie di prezzo e ottimizzare l'inventario..
  4. Misurazione dell’impatto, che aiuta i retailer a monitorare la risposta dei consumatori alle iniziative di sostenibilità attraverso metriche come i cambiamenti nel comportamento d’acquisto o nella fedeltà al brand.

La vasta esperienza di dunnhumby nel campo della data science ci permette di aiutare i retailer a comprendere meglio i comportamenti dei consumatori riguardo alla sostenibilità”, conclude Elodie. “Possiamo supportare le aziende nell’allineare le loro strategie di sostenibilità alle aspettative dei clienti, incrementando la soddisfazione, rafforzando il legame emotivo e generando un impatto positivo per l’ambiente.

 

Vuoi approfondire ulteriormente le abitudini dei consumatori? Vuoi scoprire come rispondere al meglio alle esigenze dei tuoi clienti? Visita www.dunnhumby.com o contatta Marco Metti, Business Development Manager di dunnhumby Italia.

The latest insights from our experts around the world

customer first data science analytics & machine learning services
Ready to get started?

Speak to a member of our team for more information

Contact us