Nonostante la stabilizzazione dell’inflazione, l’attitudine al risparmio rimane
Negli ultimi anni, i consumatori italiani hanno attraversato indubbiamente periodi difficili. Ultima in termini temporali è stata l’inflazione che, sulla scia del Covid, ha impattato negativamente sia l’indice di fiducia dei consumatori (monitorato dall’OCSE), che i volumi di vendita dei retailer. Ed ora che l'inflazione sta iniziando a stabilizzarsi, come stanno reagendo i consumatori? Continuano a porre la convenienza al di sopra di tutto?
Ogni anno, dunnhumby organizza il Consumer Pulse, una ricerca estremamente efficace per rispondere a queste domande. La prima edizione è stata lanciata nel 2021 per monitorare i cambiamenti comportamentali durante il picco della pandemia di Covid-19. Il suo obiettivo, semplice ma ambizioso, è analizzare le attitudini e le abitudini di spesa dei consumatori. L'edizione più recente, condotta alcuni mesi fa, ha fornito insight dettagliati sulle nuove esigenze dei consumatori e ha offerto una panoramica sulle modifiche delle abitudini di spesa in questo periodo post-inflazione.
In particolare, la ricerca ha posto l’attenzione sul settore alimentare per verificare se la diminuzione dell'inflazione ha comportato una diminuzione di attenzione verso la ricerca di convenienza ovvero prezzi bassi e promozioni accattivanti.
Lo stress legato all'inflazione si attenua, ma le finanze restano sotto pressione
Una significativa riduzione dell'inflazione alimentare ha contribuito a rinvigorire la fiducia dei consumatori riguardo alle spese domestiche.
Infatti, confrontando i comportamenti con quelli dell'anno scorso, oggi c’è un minor numero di consumatori che evitano prodotti più costosi (34%, rispetto al 44% nel 2023). Questo trend è comune a tutte le fasce d'età e tipologie di nuclei familiari. È anche diminuito considerevolmente il numero di persone che dichiarano che i loro soldi "non rendono più come una volta", scendendo dal 54% dell'anno scorso al 45% attuale.
Tuttavia, in altri ambiti, i comportamenti di spesa rimangono in gran parte simili a quelli osservati nella nostra precedente ricerca. Oggi il 17% dei consumatori italiani dichiara di mangiare a casa per risparmiare denaro, una leggera diminuzione rispetto all'anno scorso (20%). Il numero di coloro che dicono di spendere di più presso i discount rimane alto (21%), mentre c’è stato un aumento di chi afferma di "spendere di più per ogni spesa" (passando dal 23% al 24%).
Nonostante alcuni segnali inizialmente promettenti, persistono dei segnali di avvertimento. Il 49% dei consumatori italiani ritiene ancora che i prezzi alimentari siano "molto" più alti rispetto a 12 mesi fa, una percezione particolarmente diffusa tra coloro che hanno più di 55 anni (61%). Sebbene questo dato sia significativamente diminuito nell'ultimo anno (scendendo dal 73%), ciò evidenzia la continua pressione sotto cui si trovano i consumatori.
Cosa cercano ora i consumatori orientati alla convenienza?
In questo contesto di persistente sensibilità al prezzo, i consumatori italiani continuano a concentrarsi principalmente sulla convenienza. Quando sono stati interrogati su cosa è più importante per loro nella scelta del luogo di acquisto, il 42% ha sottolineato l’importanza di trovare un negozio che "li aiuti a risparmiare denaro e a rimanere nel budget". Questo valore è il doppio di coloro che preferiscono i retailer che "li aiutano a trovare rapidamente tutto ciò di cui hanno bisogno" (21%).
I programmi fedeltà giocano un ruolo fondamentale nel contribuire a raggiungere tale obiettivo. Più della metà (53%) dei partecipanti ritiene che il programma fedeltà del loro retailer preferito li aiuti a risparmiare denaro.
Tuttavia, i consumatori non attribuiscono tutta la responsabilità ai retailer. Rimangono in atto diverse strategie orientate alla convenienza e alcuni dei principali comportamenti di risparmio attualmente in uso includono:
- Utilizzare coupon e offerte speciali su prodotti acquistati regolarmente (62%)
- Fare acquisti presso i discount (58%)
- Fare acquisti presso diversi negozi a causa dell'aumento dei prezzi (52%).
Tuttavia, vediamo nuovamente segni di alleviamento delle pressioni finanziarie. Più di un quinto dei consumatori (21%) afferma di avere intenzione di smettere di acquistare prodotti di marca in futuro. Un numero simile (17%) dichiara di non voler più utilizzare coupon o offerte speciali sui prodotti acquistati regolarmente.
Marca preferita vs. marca del distributore
Il nostro ultimo studio offre chiari segnali di ottimismo dei consumatori. Tuttavia, un'area in cui questo cambiamento non si è ancora manifestato è quella della scelta del prodotto. Oggi, la maggior parte dei consumatori si concentra principalmente sui prodotti del marchio del distributore anziché sulle grandi marche.
Ad esempio, per un quarto dei partecipanti il brand è in gran parte irrilevante. Il 25% afferma di non considerare i brand, scegliendo invece i prodotti che ritengono offrire "il miglior rapporto qualità-prezzo". Un numero simile (22%) ammette di non dare più tanta importanza ai brand come faceva in passato, concentrandosi invece maggiormente sul risparmio.
Alcuni, naturalmente, rimangono affezionati ai brand nazionali. Circa uno su dieci (13%) afferma di acquistare prodotti di marca "a prescindere", perché questo li fa sentire bene. Per la maggior parte, tuttavia, è una questione di decidere al momento: quasi un terzo (34%) sottolinea di avere alcuni brand che amano, ma sono felici di acquistare occasionalmente anche prodotti a marchio del distributore.
Coinvolgere il consumatore orientato alla convenienza
Per comprendere meglio cosa potrebbero significare questi risultati per i retailer e i brand, abbiamo parlato con Luc Prudhon, Lead EMEA Price & Promo Consultant di dunnhumby.
"Utilizzare segmentazioni per identificare i clienti più sensibili al prezzo e quanto è estesa questa audience è fondamentale", afferma Luc. "Dotati di questi insight, i retailer saranno in grado di adattare le loro strategie di prezzo e promozione in base ai comportamenti di questo pubblico. Ad esempio, i vostri clienti sensibili al prezzo sono più motivati da prezzi bassi giornalieri o da promozioni?"
Luc sottolinea anche l'importanza di capire quali prodotti siano più rilevanti per i clienti sensibili al prezzo. "Si tratta di offrire i prezzi più bassi possibili sugli articoli che contano di più per i clienti", continua. "Molti retailer hanno già una lista di prodotti a Valore Chiave, ma solitamente questa è ordinata in base alle prestazioni di vendita piuttosto che alla rilevanza. È importante allineare tale lista con le effettive necessità dei clienti".
La creatività nel risparmio è essenziale. "Puoi offrire valore attraverso prezzi permanentemente bassi o tramite sconti", osserva Luc, "ma capire quale strategia utilizzare su quali prodotti può essere difficile. Il nostro strumento dunnhumby Price and Promotions Strategy Advisor può aiutarti a trovare il giusto equilibrio".
"Infine, è necessario assicurarsi che ogni prodotto che vendi abbia un prezzo ottimale", aggiunge Luc. "Questo è ovviamente un compito complesso che richiede una profonda comprensione delle strutture di pricing interne, dei prezzi dei concorrenti, dei livelli minimi di margine e di altri fattori". In questo caso, Luc raccomanda l'uso di una soluzione automatizzata di pricing come dunnhumby Price. Questo, afferma, contribuirà a creare e mantenere una struttura di pricing "logica e competitiva".
Scopri di più su come dunnhumby può aiutarti a gestire i cambiamenti nei comportamenti d'acquisto. Visita www.dunnhumby.com o contatta Marco Metti, Business Development Manager di dunnhumby Italia, all’indirizzo e-mail Marco.Metti@dunnhumby.com
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